05 Mag Virtual Tour nei musei, sicuri che sia la strategia giusta di coinvolgimento?
Da quando i musei e le istituzioni culturali sono stati costretti a chiudere, a causa del Covid-19, il dibattito sul coinvolgimento online del pubblico si è fatto sempre più acceso.
Da alcuni giorni si è spostato sull’argomento “Virtual Tour” e Guelfi e Ghibellini si stanno scontrando sull’opportunità o meno di utilizzarli come strumento museale.
Abbiamo trovato questo articolo sul blog di MuseumHack e abbiamo pensato di tradurlo perché apre uno scenario interessante sull’argomento “dati”, da cosa partire per offrire un prodotto che le persone vogliano davvero.
A voi la lettura e, se vorrete, il commento!
Per alcuni giorni a marzo 2020, l’attenzione nei confronti dell’offerta museale online ha avuto un’impennata a causa della chiusura forzata dei musei, della maggiore copertura mediatica e del grande sforzo dei musei stessi per offrire un’esperienza sui social media.
In seguito, altrettanto velocemente, l’attenzione è scemata e i musei si sono trovati a dover combattere la più grande lotta per la rilevanza a breve termine che abbiano mai affrontato.
I dati che abbiamo a disposizione dimostrano come ci sia stato un picco di interesse verso i tour virtuali ma che, come afferma il direttore del Rubin Museum of Art, Jorrit Britschgi, “non c’è nulla che possa sostituire un incontro dal vivo con l’arte”.
Nota di Invasioni – “dal vivo” può anche essere declinato online se l’offerta tiene conto del fatto che dietro uno schermo ci sono comunque delle persone, il digitale è uno strumento e non una sostituzione alla visita di persona”
Tuttavia, proprio come l’interesse ha raggiunto il picco per i tour virtuali, ora sta iniziando a raggiungere un picco in altre aree da cui i musei potrebbero trarre beneficio . In questo articolo condividerò i dati che ho citato e anche le altre aree di opportunità.
I Tour Virtuali dei Musei sono stati “popolari” per 4 giorni
Quando parliamo di dati, Google ci viene in aiuto rendendo disponibili i propri. Chiunque può accedere a Google Trends, digitare una query e visualizzare l’interesse della ricerca sulla piattaforma negli ultimi 16 anni.
Questi dati hanno diverse limitazioni, ad esempio:
– I dati sono limitati alla piattaforma di Google, che è popolare ma non abbastanza onnipresente. La Cina, ad esempio, ha oltre 1,3 miliardi di persone che non possono accedere a Google senza una VPN.
– Il sito non fornisce il numero delle ricerche ma, invece, grafici su dati normalizzati e relativi. Questa struttura consente confronti relativi, senza sapere se si stia analizzando in migliaia o milioni.
– Google fornisce tendenze correlate, ma in una certa misura è ancora necessario individuare una ricerca accurata. È possibile, ad esempio, che “tour online dei musei” possa essere una ricerca più pertinente di “tour virtuale musei”.
Tuttavia, i dati sono abbastanza precisi da poter essere utilizzati per prendere decisioni sullo sviluppo di un prodotto, sul marketing e su altri aspetti importanti della nostra attività.
Ecco gli ultimi 12 mesi dei dati di ricerca di Google per “tour virtuale musei”:
I dati mostrano che l’interesse per i tour virtuali nei musei ha iniziato a crescere il 14 marzo, ha raggiunto il picco il 17 marzo e da allora è in decrescita. I 16 anni di dati prima del 14 marzo mostrano un interesse relativamente scarso o nullo per i tour virtuali nei musei.
Ecco il grafico dei 16 anni passati:
Ed ecco gli ultimi 90 giorni, che mostrano più chiaramente il declino dopo il picco di marzo:
Ricerche correlate, come “tour virtuali gratuiti musei”, “tour virtuali musei per bambini” e “tour online musei”, mostrano una tendenza simile. Una notevole eccezione sono i “migliori tour virtuali musei” che continuano a fluttuare. I dati provenienti da altre fonti mostrano che il volume di ricerca con la modifica “migliore” è molto più basso rispetto alle altre parole chiave.
Alcune note importanti:
In primo luogo, non sto tentando di descrivere il futuro, ma solo di fare un’ipotesi di previsione. Con le numerose fluttuazioni del mercato, è possibile che presto vedremo un’altra ondata di interesse per i tour virtuali nei musei.
L’ipotesi più plausibile è che, per la durata della pandemia, un certo interesse per i tour virtuali rimarrà, ma che abbiamo già passato il picco.
In secondo luogo, questa analisi riguarda le dimensioni del mercato dei tour virtuali nei musei e non un giudizio sulla loro qualità o importanza. I tour virtuali sono sicuramente un modo per rendere più accessibile un museo e le sue collezioni. (Nota di Invasioni: se sono realizzati tenendo presente quello detto prima, un tour virtuale in museo non è un semplice video)
Dato il calare dell’interesse verso i tour virtuali, guardiamo quali potrebbero essere altre aree nelle quali i musei potrebbero rimanere vicini alle loro community.
Tre ricerche sui musei che stanno facendo tendenza adesso:
- Escursioni virtuali per bambini
- Idee per appuntamenti in quarantena
- Cose da leggere
#1 Escursioni virtuali per bambini
Con molte scuole in tutto il mondo chiuse fino alla fine dell’anno, gli insegnanti stanno lavorando per costruire un curriculum digitale per gli studenti. Questo curriculum include anche esperienze di gite virtuali. I musei, già in precedenza destinazione importante di gite scolastiche, sono ben posizionati per servire questo mercato.
Ecco i dati su Google Trend:
#2 Idee per appuntamenti in quarantena
Qualche settimana fa, un tweet è diventato virale su Twitter, “Mia moglie ed io giochiamo a questo divertente gioco durante la quarantena, si chiama “Perché lo stai facendo in questo modo? “E non ci sono vincitori.” Il Thread che ne è scaturito è esilarante e, a tratti, anche un po’ triste.
I pessimisti stanno facendo previsioni terribili per quello che sarà il destino di molte relazioni post quarantena, prevedendo un aumento delle richieste di divorzio. I dati, invece, mostrano che le ricerche di “avvocato divorzista” sono leggermente diminuite nell’ultimo mese. Siamo ottimisti. 🙂
I dati su Google Trends mostrano piuttosto come le persone siano alla ricerca di idee per appuntamenti in quarantena, a supporto delle proprie relazioni.
Ecco qualche idea veloce:
- Una “Trivia Night” a tema per la tua collezione
- Wine & Stories: sessioni di narrazione BYOB (bring your own bottle) con i tuoi docenti e curatori.
- Art Classes: per imparare a disegnare oppure studiare arte
L’anno scorso ho incontrato una professionista e un ingegnere museale che stanno costruendo sistemi di assorbimento degli urti per il trasporto di oggetti delicati. Quell’ingegnere potrebbe, per esempio, fare una presentazione di 15 minuti sull’argomento del suo lavoro, abbinata a qualche curiosità.
#3 Cose da leggere
Questa categoria è la più ampia e probabilmente mostrerà la maggiore stabilità a lungo termine.
Ecco i dati di ricerca per “cose da leggere” nei 16 anni passati
Sicuramente i podcast sono lungi dall’essere passati di moda, ma credo che i contenuti scritti manterranno il loro valore più a lungo e avranno un ritorno maggiore.
Ogni mese, centinaia di migliaia di persone trovano “Museum Hack” attraverso i nostri articoli. Questi esempi sono alcuni dei più popolari:
- Where to Eat Near the Metropolitan Museum of Art in NYC
- Did Pope Gregory IX Order A Medieval Purge of Black Cats That Caused the Black Death?
- 5 Must See Things at the American Museum of Natural History
- The Real Story of Hercules
Il mio consiglio è quello di creare contenuti sia sulle storie della tua collezione, sia sugli argomenti relativi al pubblico che può visitare il tuo museo. Ad esempio, “idee per appuntamenti a Brisbane”, “cose da fare con i bambini a Toronto” e “attività per le giornate di pioggia a Seattle”.
Considerazioni finali
Questo articolo ha voluto aprire una discussione, evidenziando il fatto che i tour virtuali nei musei abbiano, diciamo, perso l’interesse delle persone ma che questo non riguarda i musei in generale. Se volessimo approfondire dovremmo parlare, quindi, delle varie aree di interesse che i musei potrebbero esplorare per trovare nuovi spazi di mercato.
Articolo scritto da Michael Alexis, Director of Marketing di MuseumHack – apparso in inglese qui.