05 Mag L’Aosta romana dei ragazzi. Non turisti, ma veri protagonisti!
Eccoci stanchi ma più che soddisfatti! Del resto, invadere per tre giorni di fila una città romana non è proprio cosa abituale!!
Sì, perché la scorsa settimana sono stata impegnata nelle vesti di invasore digitale!! Con prodi manipoli di ragazzi delle scuole superiori di Aosta, Verrès e Moncalieri (TO) la città di Aosta romana è (forse) riuscita a diventare virale!!
Il Progetto
Il grande progetto delle #InvasioniDigitali, che si avvale del contributo della gente comune così come della forza pervasiva dei social media, è stato accolto in pieno dall’Assessorato regionale al Turismo (dove lavoro) che vi ha visto unottima occasione per divulgare il patrimonio archeologico della città di Aosta, città di arte e storia, perfetta meta di turismo culturale nel cuore della più piccola regione italiana circondata dalle più alte vette delle Alpi. In collaborazione con l’Assessorato Istruzione e Cultura, cui fa capo la Soprintendenza dei Beni e Attività culturali, è stato quindi predisposto il giro culturale della città romana con, in aggiunte, delle aperture straordinarie.
Cosa bisogna fare per diventare degli invasori digitali, quindi? Oltre ad amare la propria città, il proprio territorio e la propria storia; oltre ad avere una gran voglia di comunicare tutto questo con passione e creatività, serve un vero e proprio kit: smartphone, tablet, fotocamera e/o videocamera digitali, cartelli col logo di #InvasioniDigitali e, quest’anno, la invader mask! Si tratta di una mascherina raffigurante un esserino digitale, uno space-invader di un videogioco giapponese del 1978, che sarà la mascotte dell’edizione 2015.
Le Invasioni vogliono far sì che tutti possano avvicinarsi al nostro splendido patrimonio culturale personalizzandolo con foto o video densi di personalità e creatività da diffondere su tutti i canali social disponibili e invadere la rete!
#AOSTA #WELOVETHISGAME
Abbiamo voluto #condividerebellezza diffondendo gli angoli romani della nostra bella e antica città! Dal ponte romano fino al monumentale Arco di Augusto; dall’imponente Porta Praetoria fino al quartiere degli spettacoli col magnifico Teatro romano e col vicino ma segreto Anfiteatro, racchiuso all’interno del convento di Santa Caterina e protetto dai meli e dal giardino delle suore. Da lì fuori lungo le mura rasentando la suggestiva Torre dei Balivi, gelosa custode della nascita di Augusta Praetoria, fino a raggiungere piazza della Cattedrale: qui si incontra un vero gioiello: il Criptoportico forense, tra i meglio conservati e meglio fruibili tra i 36 censiti in tutte le province occidentali dell’Impero romano. E ancora al MAR (il Museo Archeologico Regionale) che, per l’occasione, ci ha persino aperto i suoi sotterranei.
Conclusione in Via Croce di Città, l’antico Kardo Maximus della città romana dove abbiamo puntato sguardo e obiettivi verso sud, verso quei monti da cui, nei giorni del solstizio d’inverno, sorge il sole di Aosta celebrando, anno dopo anno, secolo dopo secolo, il suo antico rito di fondazione e ricordandone l’orientamento sub signo Capricorni in omaggio ad Ottaviano Augusto, suo fondatore.
TRA PONTE E ARCO DI AUGUSTO
Ma cominciamo dall’inizio Punto fisso di ritrovo l’Arco di Augusto
impossibile sbagliarsi e impossibile non trovarsi! Da lì subito al ponte romano che scavalca l’antico letto del torrente Buthier, poi spostatosi in seguito ad una terribile alluvione avvenuta nel Medio Evo. Ma dai, un ponte qui? E perché? E possiamo andarci sotto?
Ma certo e via di foto! Ma sempre con la nostra simpatica mascotte!
Lasciamo quindi il Ponte di Pietra ed il suo grazioso grappolo di case per incamminarci nuovamente alla volta dell’Arco e naturalmente ci andiamo sotto! Certo! Perché l’Arco va fruito così, in maniera storicamente e filologicamente corretta! Gli Invasori dilagano nell’aiuola e scattano! Selfie, belfie, foto di gruppo, particolari installazioni umane per ottenere simpatici giochi ottici e notare, con sorpresa, che sotto il cornicione sporgente, ancora ci sono delle decorazioni: motivi floreali inseriti dentro cornicette romboidali, piccole gocce e palmette sugli angoli ma chi l’avrebbe mai detto?!
PORTA PRAETORIA. GLI INVASORI ENTRANO IN CITTA
Ragazzi, non dimenticate che qui siamo ancora fuori città! Non abbiamo ancora superato le mura e la Porta Praetoria ci aspetta là in fondo, davanti a voi! Piccola ma utile spiega su com’è fatta, com’è stata costruita, con che materiali, le fasi di monumentalizzazione, gli scavi, i restauri il perché, il per come e le passerelle, e cosa c’è esattamente lì sotto e quando sarà possibile vedere tutti i resti quante cose, quante curiosità!
INVASORI A TEATRO
Finito lo shooting alla Porta, pieghiamo a destra verso il Teatro. Tutti i ragazzi di Aosta lo conoscono, quelli di Moncalieri naturalmente no e non se lo sarebbero mai aspettato così! Cavoli, sembra di essere a Pompei!, esclama qualcuno! Sì, ma con le montagne e la neve tutt’intorno!, chiosa qualcun altro Enorme, immenso, con quel muro di facciata alto 22 metri! Sì, ma nessuno di loro, nemmeno gli aostani, sapevano che, in origine, l’interno doveva essere tutto un rifulgere di marmoree policromie: orchestra pavimentata con almeno tre diversi tipi di marmo colorato (cipollino, porfido e giallo di Numidia), proscaenium escaenae frons su due piani colonnati immaginate, ragazzi immaginate wow!!
SORPRESA! L’ANFITEATRO SEGRETO!
L’ultimo giorno di Invasioni, giovedì 30 aprile, con un gruppo di sole donne appassionate e molto reattive, dato lo scarso numero, e il tempo a disposizione, abbiamo deciso un’invasione last minute all’Anfiteatro di Aosta. Busso alla porta del convento e la suora, molto gentile, ci permette di entrare. Lei sa già dove andare?, Sì, non si preoccupi, ci penso io! Ed eccoci in un giardino invaso dal sole, verde di un verde abbagliante dopo la pioggia del giorno prima, i meli e, in lontananza, la facciata del Teatro. Il giardino ha una pendenza particolare, verso il centro, e una forma indiscutibilmente ellissoidale. Ragazze, siamo nell’Anfiteatro!. Meraviglia, stupore..un posto fantastico vaghiamo nel prato alla ricerca dei resti delle gallerie anulari che occhieggiano qua e là!
AD FORUM #WECOMEINPEACE!
Decidiamo di percorrere via San Giocondo che, in una giornata di primavera com’era quella di giovedì 30 aprile, è un’oasi di vera campagna in pieno centro! A destra lo sguardo spazia dai campanili della Cattedrale sù sù fino alle vette di Aosta: la Becca di Nona e l’Emilius. Più basse le chiome degli alberi da frutta e i glicini che si rincorrono sui muri di cinta delle case.
Arriviamo alle spalle del Criptoportico. Ragazzi, siamo sulla terrazza sacra del foro: qui sorgevano i due templi gemelli dedicati, probabilmente, ad Augusto divinizzato e alla dea Roma.
CRIPTOPORTICO. ANTICHI CHIAROSCURI
Ma a cosa serviva esattamente questo Criptoportico?? Innanzitutto aveva una funzione edile: doveva contenere lapporto artificiale di terreno creato per realizzare la terrazza dei templi; ma aveva anche una funzione processionale che si presume collegata alla liturgia del culto imperiale. Non doveva assolutamente essere un magazzino (horreum in latino)!! Ma voi mettereste mai un deposito di cereali nella cripta di una cattedrale? Sarebbe più o meno così. I Romani stavano molto attenti a queste cose! E poi gli horrea erano fatti diversamente: un corridoio con delle cellette sui lati ( o su uno solo) utili allo stoccaggio ordinato delle merci. E poi i tanti confronti e i casi di studio offerti da altri criptoportici forensi sparsi in varie zone dell’attuale Europa, hanno permesso di capire che si trattava comunque di ambienti di prestigio dove potevano persino trovare posto dei cicli statuari imperiali (statue ritratto dinastiche) così come delle iscrizioni menzionanti le élites cittadine. In alcuni casi le gallerie presentano affreschi o stucchi, indice di una destinazione d’uso di alto livello. La mascotte di Invasioni Digitali appare e scompare giocando tra le arcate. Le ragazze girano persino un time laps Ok, fatto! Ora tutti al MAR!!
GLI INVASORI AL
MAR DI AOSTA
La luminosa facciata gialla dell’ex caserma Challant ci accoglie in piazza Roncas. Entriamo mostrando in bella vista le nostre mascotte digitali e i cartelli da Invasori sguardi curiosi e divertiti ci accompagnano all’interno del Museo Archeologico Regionale. Cominciamo subito dai sotterranei. Ancora chiusi al pubblico, per l’occasione gli Invasori sono riusciti ad accedervi! Si apprezzano i resti della Porta Principalis Sinistra di Augusta Praetoria, ossia la Porta nord che si apriva in direzione della strada diretta al Gran San Bernardo, e di alcune murature appartenenti alle fondamenta di un corpo scenografico a forma di cavea di teatro che chiudeva il complesso forense a nord. Illuminato da calde luci arancioni tutto ciò che è di epoca romana; in luce bianca il post-romano. I ragazzi sono stati particolarmente impressionati dall’effetto labirinto, secondo alcuni simile ad una casa degli spettri, per non parlare di quel pozzo così profondo
Risaliti ci dedichiamo alle sale del museo: da quella delle stele antropomorfe di Saint-Martin-de-Corléans (cosa sono? cosa rappresentano? a cosa servivano? quando sarà aperta l’area megalitica?? ops!!), ai monili salassi (e quindi cosa cè esattamente nell’area dell’ospedale? chi è il guerriero trovato nel tumulo?) quante domande, quante curiosità!! E bello però che i giovani, i teen-agers, abbiano questa voglia di sapere e di conoscere meglio la loro città! Entusiasmo al grande plastico della città romana come se la riscoprissero di nuovo vedendola a volo d’uccello. E poi ancora: le necropoli, la sala dei culti (Ah ecco cos’è un balteo!!); e poi ancora verso gli ambienti domestici, gli oggetti di una quotidianità passata, ma non perduta!
#INVASIONECOMPIUTA!!!
E con la foto finale suggelliamo, nel cortile del MAR, l’#InvasioneCompiuta!! Un’esperienza divertente e didattica; ricreativa ma non solo anche creativa! Un progetto di marketing umano, prima ancora che digitale! Grandi ragazzi!! Abbiamo vissuto Aosta, anzi, Augusta Praetoria, non come semplici turisti, ma da veri protagonisti!!
Stella Bertarione