18 Mar Il Palazzo dei Beneventano della Corte a Lentini (Siracusa)
A non più di 10 minuti a piedi dal Duomo di Lentini, in provincia di Siracusa, si trova il Palazzo Beneventano, una delle più importanti dimore storiche siciliane e complesso nobiliare, con una corte mediterranea squadrata, tra le più grandi dell’isola. L’edificio nobiliare, che nasce nel XIII secolo e si sviluppa fino ai giorni nostri, è un esempio di integrazione architettonica tra le epoche: contraddistinto da molteplici trasformazioni oggi è patrimonio della città e dei cittadini, reso fruibile con una sistematica offerta culturale dal collettivo lentinese della sezione di Italia Nostra e del progetto “Badia Lost & Found”.
Reso un importante “Luogo del Contemporaneo” e riferimento per diversi artisti-autori talentuosi ed emergenti, custodisce al suo interno ipogei ed ambienti rupestri di epoca greca e romana ed una splendida scuderia del XVII secolo.
Il “recupero” del Palazzo Beneventano è durato più di dieci anni, necessari alla comprensione di uno spazio complesso e imponente destinato all’ennesimo uso – quello contemporaneo – profondamente diverso dall’originario, che era appunto ad appannaggio dei soli componenti della famiglia Beneventano e di chi ne amministrava proprietà; poi frazionato tra mille destinazioni improprie e differenti.
Il “Luogo del Contemporaneo”, pensato nel 2018, con il riconoscimento delle fondazioni Unipolis e Fitzcarraldo, tra i 15 progetti finalisti del bando 2018 “culturability – rigenerare spazi da condividere”, selezionati fra i 341 partecipanti, si sviluppa nei singolari e splendidi spazi articolati su più livelli attorno a quella che un tempo era la dimora dei Beneventano.
[https://bando2018.culturability.org/15-finalisti/?fbclid=IwAR0-IRHUahyXtL8Qb9VbzNM2JpD1ji9vJKiALobyoGnEGp5n7fpRR5eX5k8]
L’idea del direttivo della sezione locale di Italia Nostra e delle altre figure, coadiuvate dal presidente Giorgio Franco, è quella di realizzare uno spazio del contemporaneo che interagisce con la città, a partire dal quartiere circostante, denominato “Badia”. Le volontà di gruppo tuttavia, come dimostrato dal 2016 ad oggi, non vogliono trascurare le vicende storico-architettoniche dell’ex plesso baronale, legandole al contesto ed al tessuto urbano. Gli obiettivi fissati e tutt’oggi in vigore dalle organizzazioni responsabili (come stipulato con deliberazione di G.M. n.49 del 26/3/2018 e protocollo n. 14692 del 02/8/2018) tracciano le seguenti “linee-guida”: curare – attraverso il recupero, la salvaguardia e la fruizione – il patrimonio al fine di potenziarne le attività didattiche ed il valore artistico-culturale del sito e dei visitatori.
“Le attività per i cittadini vanno progettate con i cittadini”
La progettazione e la sperimentazione di Italia Nostra, sezione di Lentini e del team del progetto Badia Lost & Found” continua con i cittadini: l’entusiasmo dei visitatori coinvolti nelle iniziative di questi primi mille giorni di attività è stato contagioso e stimolante: superata la fase iniziale di pura curiosità per la particolarità della storica inaugurazione del bene, si è palesato l’interesse dei gruppi verso le iniziative e le offerte culturali che le organizzazioni preposte hanno garantito nel sito. Non sono mancate nemmeno le osservazioni puntuali e le critiche costruttive: tutti i suggerimenti venuti dal confronto con i visitatori sono stati ascoltati con attenzione dal team che ha progettato i percorsi e serviranno per sistemare il tiro e perfezionare sempre più gli strumenti museali-didattici e di altro intrattenimento.
Oggi, Italia Nostra sezione di Lentini inizia il nuovo anno sociale con un programma culturale particolarmente ricco e denso di attività che mira a coinvolgere tutte le fasce d’età, dai più piccoli ai più grandi.
La fitta programmazione comprende, oltre ai consueti laboratori ludico-didattici indirizzati ai più giovani, anche una serie di workshop, spettacoli teatrali ed eventi concerto che si vanno ad aggiungere alla ormai regolare attività di visite guidate ed alle mostre d’arte.
L’obiettivo è quello di permettere una profonda sinergia tra bene culturale e utente ricettore, favorendo così la conoscenza del nostro patrimonio ma anche delle nostre radici culturali e, in definitiva, di noi stessi.