01 Feb Il Museo Universale. Dal sogno di Napoleone a Canova
Lo scorso 19 Gennaio siamo stati invitati ad una visita “a porte chiuse” alle Scuderie del Quirinale della mostra “Il Museo Universale. Dal Sogno di Napoleone a Canova”. A partire dalle 20.00 ci siamo ritrovati immersi in un viaggio che ci ha riportato al 1816 e al recupero di alcuni capolavori rientrati allora in Italia.
Nel 1796 Napoleone arriva in Italia con un preciso intento: trovare capolavori d’arte, ori, statue, dipinti e tutto quel che fosse necessario per dare al neonato Louvre, allora Museum National, le opere più prestigiose di ogni epoca e renderlo così un vero museo universale. Il patrimonio dell’umanità in Francia per legittimare l’idea di libertà rivoluzionaria. Dal 1796 al 1814 percorre l’Italia in lungo e in largo e depreda chiese, palazzi, giardini, musei di capolavori dall’antichità al Rinascimento.
Finiscono nel forziere francese il Ritratto di Papa Leone X con i cardinali Giulio de Medici e Luigi de Rossi di Raffaello, la Venere capitolina, il Laocoonte, la Cattedra di San Pietro del Guercino, la Strage degli innocenti di Guido Reni e moltissimi altri.
In seguito al Congresso di Vienna, dopo la Rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, lo Stato Pontificio incaricò Antonio Canova del recupero delle opere che, grazie alla sua fama e conoscenze, nel 1816 riuscì finalmente nell’impresa.
Quando le opere rientrarono in Italia moltissime città organizzarono delle mostre e, per la prima volta nella loro vita, tante persone ebbero la possibilità di ammirarle e sentirsi parte di quei capolavori. Le cronache dell’epoca ricordano che “tutti gli artisti e un gran numero di amatori delle Arti andarono ad incontrare a molte miglia di distanza questi preziosi modelli dell’arte”.
Una sensazione di appartenenza che, ancora oggi, proviamo percorrendo le sale delle Scuderie, dal Laocoonte alla Venere Italica fino ad arrivare all’Italia di Hayez che ci saluta, lei ragazza del popolo, il popolo italiano, e ci lascia con una riflessione che rimane aperta. Sta a voi riflettere…