01 Feb FAST – Folklore, Arte, Storia e Tipicità di Puglia
di Giorgio Franco
Erodoto, Tucidide, Polibio, Plinio “il Vecchio” e altri ancora mi hanno preceduto di molti anni per de-scrivere e raccontare le cronache della Daunia.
Un rocambolesco volo mi lascia attraversare nel giro di poche ore tutto lo stivale: Catania, Torino, Bari e finalmente Foggia; unico compagno a me caro, Eolo, fedele fino all’ormeggio a destinazione: Rocchetta Sant’Antonio.
La regola del Viaggio è sempre quella, come per l’Arché, l’inizio di un’”invasione” si presenta sempre enigmatica e vive nell’adrenalina da cui non si può uscire se non consapevolmente, con la conoscenza di nuove terre.
FAST, all’opposto di quel che si potrebbe pensare, è il piacere della lentezza: Folklore, Arte, Storia e Tipicità. Un tour promosso dal Comune di Rocchetta Sant’Antonio, finanziato dalla Regione Puglia e assistito dalla cooperativa Frequenze. La sensorialità dei luoghi diventa racconto del viaggio, da Rocchetta a Candela, da Ascoli Satriano ad Ordona, per concludere nel terzo comune più esteso d’Italia, a Cerignola.
È veramente difficile sottrarsi al fascino che promanano i colli della Daunia. Pagine di pietra emergono tra i campi, che ricordano casa. Lungo la distesa piana, le trasformazioni agricole del secondo dopoguerra conservano ancora caratteri originali di questa parte del mezzogiorno, nel tavoliere pugliese, storicamente area di insediamenti aperti, proliferanti e conciliatori.
Prima sosta a seicento trenta metri d’altezza dunque, per raggiungere nella Chiesa Madre di Santa Maria Assunta il prof. Alessandro Forlè che, d’ora in poi, vestirà i panni d’un oratore e conoscitore eccellente del territorio. È proprio lui a svelarci i tesori del Patrimonio Culturale della cittadina Rocchetta S.A., recentemente riconosciuta Bandiera Arancione – Touring Club Italia.
Una pala d’altare della “Madonna del cardellino” scuola Toscana, attribuita al Giaquinto, l’Ecce Homo del Nicola Brudaglio, diverse tele scuola napoletana e, non per ultimo, un pregevole simulacro di Sant’Antonio Abate, esposto alla venerazione per l’occasione.
Sconosciuta rispetto alle “linee di confine”, familiare all’affondo dei passi lenti dei greggi durante le transumanze, Rocchetta ospita anche un singolare castello, a forma di prua, una rocca ogivale pensata dall’architetto senese Francesco Di Giorgio Martini, per volere di Ladislao II d’Aquino nel ‘500, con l’avvento delle prime difese d’avanguardia mediante la polvere da sparo.
Navigar m’è dolce, per i vicoli del borgo colorati dalle luci d’ambra. Se camminare vuol dire entrare a contatto con le “cose”, allora la prima sera è stata una buona iniziazione.
Un’antica osteria concilia nuovi e vecchi ricordi, archiviando il giorno, con nuove amicizie che accompagneranno le tappe del nuovo viaggio: FAST.
La sensazione è di un territorio inaspettato, varcata “petralonga”, altare dauno, monolite imponente che segna l’ingresso alla cittadella, abbiamo inaugurato una nuova scoperta, senza vincere sul mondo ma, anche stavolta, lasciando che il mondo vinca su di noi, in-segnandoci.
Giorni così, ci confermano che noi (e il paesaggio) siamo davvero fatti della stessa sostanza dei sogni.